Cimiteri islamici, evitiamo l’emergenza. Ma a qualcuno non conviene

Ne avevamo parlato già, nel nostro giornale, sottolineando la quasi totale mancanza dei cimiteri islamici in Italia. Considerato che il numero di cittadini di fede musulmana sta crescendo esponenzialmente, per una serie di fattori, fra cui conversioni, migranti, seconda e terza generazione, il problema potrebbe presto tramutarsi in emergenza. Si pensa solitamente che la salma di un cittadino di fede musulmana venga riportata nel Paese del deceduto per essere sepolta, è ancora così, ma, ricordiamo, c’è una enorme fascia di persone (relativamente giovani) il cui Paese è l’Italia. Sono italiani. Quindi un ostacolo non indifferente è la mancanza di un Concordato tra lo Stato italiano e i rappresentati delle varie comunità, come avviene con la comunità ebraica o quella indiana, che disponga norme per la sepoltura dei musulmani, visto che il rituale della loro sepoltura è simile a quello ebraico. Eppure le norme che regolamentano i cimiteri già prevedono un’area per i non cattolici, ma probabilmente dare un piccolo comparto alla locale comunità islamica locale significherebbe suscitare un clamore politico e mediatico che ogni amministratore vorrebbe evitare.

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