Censis: occupazione buff, non produce reddito né crescita

«Più occupati, meno lavoro: il bluff dell’occupazione che non produce reddito e crescita». Lo dice il rapporto annuale del Censis sulla situazione sociale italiana. Rispetto al 2007, nel 2018 si sono contati 321mila occupati in più: +1,4 per cento. La tendenza è continuata anche quest’anno: +0,5 per cento nei primi sei mesi. Ma emergono alcune criticità.
Si contano 867mila occupati a tempo pieno in meno e un aumento di 1,2 milioni di quelli a tempo parziale. Nel periodo 2007-2018 il part time è aumentato del 38 per cento. Un lavoratore ogni cinque ha un impiego a metà tempo.
Più critico è il dato del part time involontario, che riguarda 2,7 milioni di lavoratori. Nel 2007 pesava per il 38,3 per cento del totale dei lavoratori part time, nel 2018 rappresenta il 64,1. E tra i giovani lavoratori il part time involontario è aumentato del 71,6 per cento dal 2007. Così oggi le ore lavorate sono 2,3 miliardi in meno rispetto al 2007 e parallelamente le unità di lavoro equivalenti sono 959mila in meno. Nello stesso periodo le retribuzioni del lavoro dipendente sono diminuite del 3,8 per cento: 1.049 euro lordi all’anno in meno. I lavoratori con retribuzione oraria inferiore a nove euro lordi sono 2.941.000: un terzo ha meno di 30 anni (un milione di lavoratori) e la concentrazione maggiore riguarda gli operai (il 79 per cento del totale).
Mala tempra currunt, ma la politica delude. Lavoro e disoccupazione preoccupano il 44 per cento degli italiani (contro la media del 21 per cento dei cittadini europei), il doppio rispetto ai timori circa l’immigrazione (22 per cento), quasi quattro volte rispetto al problema delle pensioni (12), cinque volte di più della criminalità (nove per cento) e dei problemi ambientali e climatici (otto).

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