Burkina Faso, la viceministro Del Re incontra i rappresentanti italiani delle Ong

La viceministro agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, Emanuela Del Re, durante la sua visita in Burkina Faso del 4 e 5 maggio scorsi, è stata ricevuta dal Presidente Roch Kaborè, con cui ha affrontato i temi delle relazioni bilaterali Italia-Burkina Faso e dell’impegno italiano nel Paese. “Sicurezza, cooperazione allo sviluppo, ambiente, collaborazione economica, sono i campi principali in cui ci impegneremo”, ha dichiarato la viceministro al termine del colloquio. Concetti ripresi nei diversi incontri avuti con membri del governo di Ouagadougou: il Ministro degli Esteri e quelli dell’Agricoltura, della Salute, del Commercio e dell’Artigianato, della Donna e il Ministro della Sicurezza.

La viceministro ha poi incontrato i rappresentanti in loco della diaspora burkinabè d’Italia. “Quella tra Italia e Burkina Faso è innanzitutto una relazione umana derivante dalla consolidata presenza delle ONG italiane qui e dalla laboriosa presenza nel nostro Paese della più grande diaspora burkinabè d’Europa”, ha sottolineato.

La Del Re ha quindi incontrato le ONG italiane che operano nel Paese. Tra queste, Tamat, Ong attiva da 20 anni proprio nella “Terra degli uomini integri” (questo significa “Burkina Faso”). Tamat è impegnata proprio in Burkina con il progetto Reti d’Acquisto per Sicurezza Alimentare con il supporto della Diaspora burkinabé d’Italia (RASAD/AID 10912) – cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Rasad rappresenta un grande progetto di micro-credito in agricoltura che coinvolge 600 tra donne e uomini – con un occhio di riguardo verso i giovani. Il progetto prevede la creazione di due centri polifunzionali, costituiti ciascuno da una boutique sociale di cereali e ortaggi e da un ristorante pedagogico comunitario. All’interno delle boutique i cereali vengono acquistati e stoccati – banca di cereali – e rivenduti a costi calmierati nei periodi di forte aumento dei prezzi. Si tratta di progetto basato sull’agricoltura contrattuale, dove gli agricoltori vengono sostenuti nella fase di vendita dello loro colture – una parte viene acquistata dai centri polifunzionali ed una parte dai privati. Un’azione che sta dando risultati concreti molto importanti e prospettiva ai beneficiari. Inoltre, il progetto prevede un’azione di sostegno destinata a 5 membri della diaspora burkinabé d’Italia interessati alla reintegrazione economica e sociale nel proprio paese d’origine. Il ruolo dei giovani nell’affermazione del diritto di permanenza nelle terre originarie per Tamat è il perno della propria azione: non a caso ha sostenuto l’apertura di un ristorante pedagogico comunitario denominato “La Jardinière” a Cissin (periferia di Ouagadougou) e del “Bio-Restò” del Comune di Koubri (ristorante bio-comunitario gestito da un membro della diaspora burkinabé d’Italia, Association Watinoma). La Jardiniere utilizza i prodotti degli orti agro-ecologici realizzati all’interno del progetto da donne, orti che operano grazie anche alle campagne di micro-credito (nel 2019 è partita la decima annualità) sviluppate con cifre oscillanti tra i 100 e 150 euro per beneficiario all’anno: cifre che in Europa sarebbero irrisorie e che, invece, nel Sahel fanno la differenza tra poter mangiare una volta al giorno oppure nutrirsi come la vita umana richiede.

Come ha spiegato la viceministra Del Re durante la visita presso la missione di Tamat: “Sono convinta che l’empowerment femminile sia qualcosa di fondamentale per l’autodeterminazione e lo sviluppo di questa comunità. Qui ho trovato una passione e una professionalità che fa onore a tutto il mondo della cooperazione italiana. Tamat con il suo approccio rappresenta un’eccellenza del nostro Paese. Si tratta di un progetto molto serio ed efficace che infatti il Ministero degli Esteri ha finanziato per tre anni”. Questi sono esempi di come agiscono le organizzazioni non governative nelle zone del pianeta più svantaggiate: pur nella loro piccola dimensione (comunque garanzia di successo per i progetti) indicano l’unica strada praticabile per mantenere la pace in territori i cui abitanti chiedono solo di poter vivere dignitosamente. La visita è avvenuta quattro giorni dopo la consegna al Presidente Kaborè delle lettere credenziali del primo Ambasciatore d’Italia residente a Ouagadougou. “La recente apertura della nostra Ambasciata segna una nuova importante tappa delle nostre relazioni bilaterali e apre prospettive importanti per il rafforzamento del partenariato”, ha commentato la Vice Ministra.

Fonte: Tamat

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