Aumentano i visti d’ingresso per lavoro: + 22,2 per cento

Molta disoccupazione in Italia, ma aumentano i visti d’ingresso per lavoro nel Belpaese, pur restando minoritari rispetto a quelli per motivi familiari. Questi ultimi sono, come gli ingressi per studio, il canale principale dei soggiorni di lunga durata nel nostro Paese. 

Questa la fotografia scattata dall’Annuario statistico 2019 pubblicato a fine luglio dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Dunque, nel 2018 sono stati richiesti 1.999.298 visti d’ingresso, lo 0,3 per cento in più rispetto al 2017. Ne sono stati rilasciati 1.856.967,  lo 0,5% in più rispetto al precedente anno. Le richieste più numerose giungono dalla Federazione Russa (493.284 visti), spiccano Repubblica Popolare Cinese (474.762), Turchia (109.962), India (109.936), Sud Africa (43.5010) e Stati Uniti d’America (40.682).

Nel 2018 circa l’80 per cento dei visti d’ingresso (1.477.687) sono stati rilasciati per turismo, in linea (-0,2 per cento) con l’anno precedente. I visti per affari sono stati 62.087 (+0,4 per cento). Quelli per motivi familiari sono stati 53.535 (+6,8 per cento), quelli per studio sono stati 60.672 (+4,5 per cento), 50mila dei quali per soggiorni di lunga durata o nazionali, cioè validi oltre 90 giorni. 

Pari al 22,2 per cento l’incremento dei visti rilasciati per motivi di lavoro subordinato:  23.088. Aumentati del 9 per cento i visti per lavoro autonomo: 1.742.  
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