Attacco a una moschea a Gerusalemme Est

Nel corso della giornata di venerdì (24 gennaio)  a Gerusalemme est, la città occupata, un estremista israeliano ha appiccato il fuoco a una moschea nel quartiere di Beit Safara, che è andata distrutta. Lo riferisce il quotidiano Haretz.

I vigili del fuoco sono stati chiamati sulla scena e hanno rapidamente messo sotto controllo l’incendio. La polizia ha avviato un’indagine sul sospetto attacco incendiario, avviando indagini su tutta la città, come riferisce al giornale il portavoce, M. Rosenfeld.

La moschea oltre ad essere stata bruciata, ha subito il vandalismo dei suppellettili e delle mura, dove l’estremista israeliano ha scritto con spray color bronzo: “Distruggere gli ebrei? Kumi Ori distruggerà i suoi nemici”

Kumi Ori è uno di quei tanti insediamenti illegali che il governo sionista continua a sponsorizzare con l’avallo del compare che siede alla Casa Bianca, non rendendosi conto che entrambi spingono all’odio tra i popoli, proprio nella terra sacra a tutte e tre le religioni monoteiste.

Questa sponsorizzazione degli insediamenti illegali porta al riaccendersi di focolai di violenza, come sta accadendo nel nord della Palestina, dove abitanti israeliani, continuano a vandalizzare con scritte di odio sulle case dei palestinesi, obbligandoli a lasciare le stesse. Anche altri giornali israeliani stanno riportando attacchi da parte di estremisti sionista-israeliani contro le popolazioni arabe. Gli stessi giornali incolpano l’entourage israeliano che nulla fa per fermare questi crimini.

L’insediamento nominato è conosciuto dalla polizia, perché abitato da estremisti che attaccano in continuazione gli arabi, chiunque essi siano, sia musulmani e sia cristiani, e si oppongono con violenza alle retate della polizia israeliana.

Ofer Cassif, deputato palestinese nel parlamento israeliano, ha rilasciato una dichiarazione ai giornali, affermando che la polizia lascia spesso correre questi avvenimenti non colpendo i colpevoli, e questo non fa altro che dare un senso di onnipotenza agli estremisti, e, continua Cassif, sino a che Netanyahu ignora la situazione, nulla mai può migliorare.

Dal canto se nella Palestina occupata vige una legge cui si vieta ai palestinesi di autodeterminarsi, e quindi di non esistere, come si può sperare in una pace tra i popoli presenti?

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