Anche Trump si è accorto che esiste il CoVid-19

Cinque ore dopo l’intervento di Giuseppe Conte in Italia mercoledì scorso, alle 21.00 di Washington, Donald Trump è intervenuto con un discorso alla nazione circa le disposizioni di contrasto alla diffusione del CoVid-19, che nel pomeriggio era stato definito una pandemia dall’Oms.

Fino a questo momento le contromisure si erano limitate alla richiesta di costi esorbitanti, più di mille dollari a tampone, per chi si sottoponesse al test e risultasse negativo.

In realtà neanche in questo caso Trump ha dato segni di progettazione o prevenzione: molte testate l’hanno criticato per questo, perché le contromisure si sono risolte alla totale chiusura per trenta giorni del traffico aereo in arrivo dall’Unione Europea. Includendo o meno Schengen, includendo o meno chi sta dentro Schengen, ma non nell’Ue, la Gran Bretagna, per esempio, non è inclusa nel bando nonostante le diverse centinaia di casi confermati.

Insomma c’è confusione sotto il biondo ciuffo a stelle e strisce, tanto che le dichiarazioni del presidente si sono risolte a un’arrogante critica all’Unione Europea sulla debolezza delle azioni intraprese (!) e nessun cenno alla Cina (!). L’unica cosa abbozzata, oltre al bando antieuropeo, è stato l’annuncio dell’imminente ingresso di 200 miliardi di dollari per sostenere l’economia americana che andrà inevitabilmente in crisi per il problema.

«Il coronavirus è una crisi globale, che richiede cooperazione piuttosto che un’azione unilaterale», è stata la piccata risposta (congiunta, sottolineiamo) dei vertici europei Von der Leyen e Michel.

Più di dodici ore dopo è dovuto intervenite il vicepresidente Mike Pence a chiarire alcuni punti: negli Stati Uniti il problema CoVid-19 esiste, sono stati superati i mille casi, il doppio dei cugini inglesi; si attendono migliaia di nuovi casi di contagio; le autorità sanitarie stanno cercando di accelerare le esecuzioni di tamponi, comprimendone magicamente i costi. All’americana ovviamente, lasciando intendere che esiste una contrattazione affinché alcune strutture sanitarie private, considerate “strategiche” potranno estendere l’azione di prevenzione e contenimento in tutto il territorio statunitense.

Forse un po’ troppo tardi,vedremo, perché l’esplosione del caso negli Usa potrebbe dare la mazzata definitiva ai mercati occidentali, come nel 2001 e nel 2008, palesando, questa volta sì, l’incredibile irresponsabilità della più forte e arrogante potenza del mondo occidentale.

 

 

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