A Tunisi nell’atelier che produce le mascherine per tutti

La società civile tunisina si è mobilitata nella lotta contro la diffusione del nuovo coronavirus: alle misure di confinamento e di distanziamento sociale prese dal governo si sono subito affiancate iniziative delle cittadine e dei cittadini e alcune sartorie hanno convertito la produzione confezionando mascherine.

A Douar Hicher, a circa 8 km dal centro di Tunisi, nonostante le condizioni di indigenza in cui vivono molti cittadini del quartiere, le operaie volontarie dell’atelier Eya Mode realizzano mascherine con tessuti speciali destinate a medici, forze dell’ordine e semplici cittadini per proteggersi dal virus. «Ringraziamo tutte le sarte volontarie dell’atelier che confezionano mascherine protettive per le persone in prima fila nella lotta contro il virus negli ospedali ma anche per le forze dell’ordine e le persone comuni, testimoniando il grande impegno cittadino per proteggere il Paese», dice Sami Ben Yahia, presidente dell’associazione tunisina Actup.

Le operaie sono consapevoli dell’importanza di unire le forze nella lotta contro il virus: «Possiamo dire che in questa piccola sartoria noi diamo un aiuto: cuciamo mascherine protettive perché siano distribuite negli ospedali, alle forze di sicurezza ed esercito ma anche per i cittadini. Diamo un aiuto alla Tunisia in questa crisi». Il loro lavoro è il modo con cui riescono a dare un aiuto concreto alla cittadinanza: «Queste mascherine sanitarie servono per una protezione efficace. La Tunisia non si fermerà neanche per un attimo finché non saremo protetti e noi collaboriamo per garantire la sicurezza. Noi ci siamo, daremo il nostro contributo e vinceremo la malattia, con il volere del Signore. Grazie per l’opportunità che ci dà Eya Mode di aiutare il nostro paese», spiega una volontaria, mentre un’altra giovane ragazza, Sihem, aggiunge: «Lavoro in questo piccolo atelier per fare mascherine e tutte noi qui collaboriamo assieme. Faremo mascherine per aiutare un po’ il nostro Paese e per lottare contro il coronavirus che ci ha invaso. E, se Dio vuole, siamo una sola mano!».

Una testimonianza preziosa dell’impegno militante delle donne tunisine, impegnate in prima fila a sostegno del loro paese e nella battaglia per frenare l’epidemia.

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