L’idf ammette l’uccisione di Abu Akleh ma scagiona il colpevole

È il risultato dell’indagine eseguita dell’idf, l’esercito mercenario di Israele, che dimostra la sua completa arroganza quando si tratta di vittime non ebree. Il comunicato ufficiale del vertice ammette che c’è stato un assassinio, ma non incolpa il soldato, scagionandolo definitivamente.

Nel comunicato si leggono frasi del tipo “alta possibilità” riferito allo sparo del killer, o “accidentalmente colpita” riferito al proiettile sparato dall’assassino ebreo in divisa, oppure “i colpi dei soldati sono stati sparati con l’intento di neutralizzare i terroristi che sparavano ai soldati dell’IDF”.

L’esercito, per questo, non avvierà un’indagine penale per determinare la colpevolezza dell’assassino, anche perché, dicono, l’assassino ha riferito che lo ha fatto per errore e che voleva sparare ai terroristi per difendersi.

Coprendosi doppiamente di ridicolo, la nota ufficiale dice: “La nostra conclusione è che non è possibile determinare inequivocabilmente quali spari l’abbiano uccisa, ma c’è una maggiore probabilità che sia stata colpita da un colpo errante di un soldato dell’IDF che non l’ha identificata come giornalista”.

Basta con questa retorica del “diritto a difendersi”, visto che ora ci si inventa anche il pretesto di uccidere, come la NGO israeliana B’Tselem, che afferma che sul posto non vi erano terroristi palestinesi e l’uccisione della giornalista Shireen Abu Akleh non è stato affatto un “errore non voluto”, come affermano i sionisti al governo.

Ricordiamo che anche un’indagine delle Nazioni Unite ha concluso a giugno che non c’erano “prove di attività da parte di palestinesi armati nelle vicinanze” quando la giornalista Abu Akleh è stata assassinata.

Israele è coperto dal suo alleato che gli permette ogni strage e assassinio in Palestina, gli statunitensi, che se ne uscirono mesi or sono dicendo che dal proiettile non potevano indicare se fosse stato sparato per uccidere o per altro motivo, scagionando così di fatto gli assassini della stella di David.

In un primo tempo, i sionisti avevano detto che la giornalista era stata uccisa dal fuoco dei terroristi palestinesi, ma le NGO e le UN hanno portato prove della non esistenza di uomini armati palestinesi in zona, inchiodando di fatto l’esercito assassino di Israele.

Ciò nonostante, si sono inventati quest’altra scusa per tirare dritto con il loro violento sistema di apartheid e terrore verso tutto ciò che non è sionista, e continuando ad ammazzare altri giornalisti come nulla fosse, sotto gli occhi chiusi dell’occidente falso e ipocrita che si fa porta bandiera dei diritti umani, ma che in verità è solo convenienza a proprio vantaggio.

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