AlSisi incontra Eni. Possiamo dire addio alla giustizia per Regeni

Il presidente alSisi ha ricevuto questa settimana Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, e un certo numero di funzionari della società alla presenza del primo ministro Madbouly e del ministro del petrolio e delle risorse minerarie elMolla.

Bassam Radi, portavoce della presidenza, ha dichiarato che l’incontro ha riguardato una revisione delle attività e cooperazioni tra lo stato del Nilo ed Eni, vertendo su energie rinnovabili, produzione di gas e petrolio e il rafforzamento della collaborazione tra i due.

AlSisi ha anche esortato l’azienda italiana ad aumentare la sua attività nel campo della ricerca e dell’esplorazione al fine di ottenere lo sfruttamento ottimale delle risorse egiziane dal settore energetico.

Descalzi, AD Eni, ha elogiato la collaborazione congiunta con l’Egitto e le scoperte e i risultati positivi raggiunti negli ultimi anni sotto la guida e lo stretto seguito personale del presidente, che hanno avuto un grande impatto sulla velocità del successo dell’azienda nella produzione di gas naturale egiziano, rendendo l’Egitto attualmente uno dei principali paesi regionali nel settore della produzione di energia, in un momento in cui il mondo sta assistendo a una grave crisi in questo campo.

ha esaminato gli sviluppi dei vari progetti attuati dall’azienda italiana in Egitto, in collaborazione tra l’azienda e le agenzie governative, in particolare per quanto riguarda la produzione di gas naturale in Egitto dal giacimento di Zohr, nonché l’esportazione di gas liquefatto basato sugli impianti di liquefazione di Edco e Damietta, che attualmente operano in piena efficienza.

Il Ministro elMolla ha dichiarato che questo settore ha dato una rilevante spinta in avanti all’Egitto, che permetterà al paese di diventare centro energetico regionale.

Tutto questo porta sì ad un incremento economico di Eni, ma allo stesso tempo fa sì che si insabbi ancora di più la verità su Giulio Regeni. Eni non vorrà certo perdere la commissioni milionarie che gli si presentano con l’Egitto, anche perché al posto suo sono pronte già molti altri colossi del settore.

Quanto pare per i nostri governanti vale meglio un barile di gas, che la vita di un giovane ricercatore italiano.

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