Incontro con Rushan Abbas, avvenuto alla Grande Moschea di Roma

Si è svolto il 25 Marzo 2022 alla Grande Moschea di Roma, l’incontro con Rushan Abbas attivista uigura, fondatrice dell’organizzazione no-profit Campaign for Uyghurs, che ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti del popolo uiguro cancellati dalla Cina.

“Potete immaginare che il solo saluto salam è vietato in Cina e i vostri fratelli e sorelle sono perseguitate richiusi nei campi di concentramento”.

Inizia così l’incontro con Rushan. Continua con un appunto che fa notare come la ummah, oggi è tutt’altro che un organo unico come il nostro Profeta, aveva ordinato: “Vorrei ringraziarvi, perché quando avete detto “i nostri fratelli”, mi sono emozionata. Grazie, perché noi purtroppo siamo dimenticati dalla comunità musulmana. Gli uiguri vengono deportati solo perché musulmani e rifiutano di bere alcolici e mangiare maiale”

L’attivista denuncia una atto infame che i cinesi compiono e il mondo intero fa finta di non vedere nulla, girandosi dall’altra parte: “Le vostre sorelle giornalmente vengono stuprate e gli uomini sono etichettati tutti come terroristi”

L’attivista porta l’esempio della sua famiglia, la sorella Gulshan, venne deportata non si sa dove, il giorno dopo che Rushan, nel 2017, fece sapere in conferenza stampa, quello che il governo cinese, stava facendo al popolo uiguro.

Rushan si rivolge ai governi musulmani per la loro ipocrisia: si indignano quando qualcuno bruciano un Corano, ma poi quando la Cina violenta le donne, tortura gli uomini, distrugge oltre 8mila moschee, vieta il culto, nega il saluto tra fratelli, non alzano un dito, anzi, invece di cercare di aiutare i musulmani che soffrono, offrono al torturatore maggiore esposizione e propaganda facendo affari e pulendosi la coscienza prendendo i soldi che la Cina offre loro: “Alcuni giorni fa, l’organizzazione della corporazione islamica, che dovrebbe difendere gli interessi musulmani, ha invitato il ministro degli esteri della Cina e gli ha offerto visibilità e pubblicità per la Cina”

Inoltre Rushan, insieme al marito nell’incontro, dice: “Il governo cinese propaganda che l’Islam è una malattia mentale, un virus. Chiunque possiede un Corano viene deportato nei campi di concentramento. Dei Corani sequestrati, loro li buttano nelle fogne, per terra, li strappano e buttano le pagine in luoghi luridi e infetti. E’ una guerra del partito comunista contro i musulmani. Nelle moschee le scritte dei versetti vengono sostituite con quella del presidente cinese, specialmente nella direzione della qibla, con la scritta:”Ringrazia il partito che ti dà la possibilità di respirare”. Questa è la Cina”.

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