I cristiani di Gerusalemme subiscono violenze e l’occidente complice con Israele fa finta di niente

“La nostra presenza a Gerusalemme è minacciata“, dichiara il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, Teofilo III, durante il Natale ortodosso, avvertendo che gruppi estremisti di coloni sionisti illegali stanno tentando di cacciare via cristiani palestinesi dalla Città Vecchia di Gerusalemme per renderla solo ed esclusivamente sionista

Sono molto frequenti gli attacchi contro i cristiani e le loro proprietà, comprese chiese, da parte di questi coloni razzisti. Come l’anno scorso, i sionisti usarono la scusa del CoViD per chiudere le chiese nel periodo di Pasqua e non renderle fruibili ai cristiani per eseguire le proprie funzioni; anche quest’anno molti, sono stati fermati nelle vicinanze della Chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme durante la Pasqua ortodossa e portati nelle caserme senza una accusa reale.

Fatti accaduti nel dicembre 2020, quando un’antisemita colono, abitante nell’insediamento illegale di Gilo, ha tentato di bruciare la Chiesa del Getsemani a Gerusalemme, prendendo d’assalto il sito, versandoci benzina e appiccandovi le fiamme, prima di essere arrestato, non dalla polizia o dall’esercito israeliano, ma dalla polizia dell’Autorità Palestinese.

Questo attacco avrebbe potuto bruciare la chiesa dove i cristiani credono che Gesù abbia pregato dopo l’Ultima Cena e nessuno mai ne ha parlato, tanto meno non ha ricevuto attenzione dalla stampa e media occidentali. Notizia filtrata dal governo israeliano con complicità dei  media occidentali. perché se la notizia fosse stata riportata sulle grandi testate, avrebbe sicuramente messo il governo di apartheid in cattiva luce verso il mondo occidentale.

Altro affronto passato inosservato da parte dei media occidentali è stato anche quello accaduto nel 2021, a novembre, quando un estremista israeliano ha sputato sulla porta della Chiesa Armena di Gerusalemme Est, posando in modo sfacciato, osceno e irridendo frasi razziste piene di odio contro i cristiani. Fatti che accadono giornalmente a molti cristiani palestinesi o viaggiatori in terra santa.

A Maggio 2021, due sacerdoti palestinesi, mentre si recavano a pregare nella chiesa del Santo Sepolcro, sono stati vittime di un’imboscata e attaccati da coloni israeliani estremisti, che li hanno picchiati in modo così violento da mandarli in prognosi riservata.

Padre Francesco Patton, della Chiesa cattolica di Gerusalemme a dicembre 2021, disse che la vita dei cristiani nella Città Santa è stata resa “insopportabile da gruppi radicali israeliani con ideologie estremiste”, aggiungendo che “sembra che il loro scopo sia quello di liberare la Città Vecchia di Gerusalemme dalla sua presenza cristiana, anche dal quartiere cristiano”.

Tutto questo è tenuto nascosto dai media occidentali, che continuano a raccontare solo di aggressioni musulmane e dipingono i coloni israeliani come vittime che hanno tutto il diritto di difendersi e prendersi la terra degli arabi, tralasciando il fatto che gli arabi non sono solo musulmani ma anche cristiani.

Infatti, nel 1931, la popolazione cristiana di Gerusalemme era uguale alla popolazione musulmana: 19.335 cristiani e 19.894 musulmani. Anche perché, i sultani turchi, favorirono l’immigrazione cristiana a Gerusalemme. Ma dal 1947 in poi, appena i sionisti misero piede in Palestina, con l’inizio della “pulizia etnica” (che ancora continua), i cristiani sono diminuiti drasticamente, complice l’entità di occupazione, che espulse l’85% della popolazione autoctona. Ricordiamo l’ex primo ministro sionista promulgatore dell’apartheid e del razzismo sionista Golda Meir, essa viveva in una casa rubata a una famiglia cristiana palestinese a Talbiya, Gerusalemme. Ebbe l’ardire di dire: “non esiste una cosa come un popolo palestinese”. Altro che antisemtismo!

Lo storico israeliano Ilan Pappe nel suo libro “The Ethnic Cleansing of Palestine”, racconta come i cristiani e i musulmani lottarono insieme contro l’invasione razzista sovvenzionata dal Regno Unito dei sionisti. Ai cristiani a cui era offerto di rimanere nei loro villaggi durante la Nakba, scelsero di stare con i loro vicini musulmani, piuttosto che tradire i loro concittadini. Di conseguenza furono espulsi o ridotti in povertà, rubandogli ogni bene presente.

È importante dire che la comunità cristiana palestinese ha prodotto figure di resistenza importanti contro l’occupazione israeliana, come il cristiano George Habash, uno dei più celebri leader della lotta armata palestinese che fondò il Movimento Nazionalista Arabo e successivamente il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP). Gruppi che l’entità sionista, orgogliosa portatrice dell’unico apartheid sul pianeta, considera terroristi.

Ormai constatato che gli attacchi dei coloni israeliani contro i palestinesi a Gerusalemme Est sono in aumento, specialmente nel 2021, portando gli esperti delle Nazioni Unite a lanciare l’allarme sulla questione, ma come sempre, quando si tratta di crimini compiuti da Israele, tutto, stranamente viene insabbiato.

Tutto questo in occidente viene ben nascosto, la propaga israeliana teme che se la persecuzione dei cristiani in Terra Santa e in tutta la Palestina, dove ancora qualcuno risiede, venisse rivelata, Israele verrebbe molto ridimensionato nelle sue ambizioni  colonialiste.

Oggi, la popolazione cristiana palestinese a Gerusalemme è di poco superiore al 4% del totale, e continua diminuire; i sionisti non danno permessi di costruire, sfollano famiglie e abbattono le  loro case. Nessuno sa nulla e nessuno dovrà saperlo, sino a che non ne rimarrà neanche uno.

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