Dati immigrazione illegale Frontex del 2021

L’Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea, meglio conosciuta con il nome di Frontex, ha rilasciato i dati relativi all’anno scorso sui migranti arrivati illegalmente in Europa.

Nel solo 2021 hanno attraversato illegalmente i confini dell’Unione poco meno di 200.000 persone. Risulta il numero più alto dal 2017, con un aumento del 36% rispetto al 2019 e del 57% rispetto al 2020, nonostante la pandemia.

La questione afghana con il passaggio Bielorussia ha fatto aumentare il numero dei migranti, solo negli ultimi mesi al confine Polonia, Lituania, Lettonia e Bielorussia sono state intercettate circa 7.915 persone che hanno cercato il passaggio di frontiera.

Il 90% sono uomini e solo il 10% sono donne, di cui in maggioranza sono siriani, seguiti da tunisini, marocchini, egiziani, algerini, afghani, bengalesi, iraniani e altri di minor numero.

Il luogo dove vi è più passaggio irregolare è sempre quella del Mediterraneo centrale, con passaggio Italia, dove sono sbarcati circa 65.362 migranti. Da questa linea si è avuto un aumento di circa l’83% rispetto all’anno precedente. Su questa rotta si è visto un aumento pari a sette volte di egiziani, rispetto al 2020, mentre il numero maggiore che oltre passa i confini via mare sono i tunisini.

Dai Balcani invece c’è stato il passaggio di 60.540 persone (125% in più rispetto all’anno precedente), mentre è stabile il numero di chi ha cercato approdo in Europa attraverso il Mediterraneo Occidentale, pari a 18.254.

Ricordiamo che Frontex è un’istituzione dell’Unione europea che ha nel suo essere la coordinazione delle missioni di pattugliamento delle frontiere esterne aeree, marittime e terrestri di tutta l’Europa.

Fu istituita nel 2004 con il decreto del Consiglio Europeo n. 2007 e tra i compiti principali vi sono:

  1. coordinare la cooperazione operativa tra gli Stati membri nella gestione delle frontiere esterne;
  2. assistere gli Stati membri in materia di formazione del corpo nazionale delle guardie di confine, anche per quanto riguarda la definizione di standard comuni di formazione;
  3. effettuare analisi dei rischi;
  4. seguire gli sviluppi della ricerca pertinenti al controllo e alla sorveglianza delle frontiere esterne;
  5. offrire agli Stati membri il supporto necessario per l’organizzazione di operazioni di rimpatrio congiunte.
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