I Saud costruiscono missili con chi tortura e ammazza musulmani

Re Salman con Turki Al Sheikh

I Saud, la casata reale dell’Arabia Saudita sta attivamente perseguendo la produzione di missili balistici con l’aiuto della Cina.

Lo riferiscono le agenzie di intelligence statunitensi, basandosi su immagini satellitari che dimostrano di siti dove vi è un intensa attività che riporta a tale ipotesi.

Tale scelta, gli analisti pensano, porterà ad un maggiore inasprimento dei rapporti con l’Iran ì, con conseguenze non certo positive sulla stabilità della regione e a un possibile rifiuto di Teheran di accettare le pressioni di Stati Uniti e UE, di smettere di perseguire i programmi nucleari e missilistici.

“La produzione interna di missili balistici da parte dell’Arabia Saudita suggerisce che qualsiasi sforzo diplomatico per controllare la proliferazione missilistica dovrebbe coinvolgere altri attori regionali, come l’Arabia Saudita e Israele, che producono i propri missili balistici”, ha detto alla CNN Jeffrey Lewis, esperto di armi e professore al Middlebury Institute of International Studies.

Il programma missilistico saudita con aiuti cinesi, potrebbe influenzare gli sforzi dell’amministrazione Biden per scongelare le relazioni con Pechino.

Un portavoce del ministero degli Esteri cinese ha rilasciato una dichiarazione: “Tale cooperazione non viola alcuna legge internazionale e non comporta la proliferazione di armi di distruzione di massa”.

L’Arabia Saudita, fino a prova contraria, è un paese musulmano. I Saud sono anch’essi musulmani, sempre fino a prova contraria. Come tali, dovrebbe essere attenti a ciò che la comunità intera esige e chiede, dato che, loro stessi, si fregiano dell’appellativo di “Custodi delle due Sacre Moschee”. Ma da quello che si è visto negli ultimi anni, e da queste ultime scelte politiche, il dubbio inizia a insinuare sulla “prova contraria” di ciò che essi stessi si fregiano.

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