La “Modest Fashion” è ormai una realtà, più visibile e presente che mai: per strada, sui media, online o in passerella. Una tendenza, con modelli apprezzati in tutto il mondo, per musulmani e non, che vogliono essere alla moda, ma allo stesso tempo modesti.
Il rapporto 2019/20 sullo stato dell’economia islamica globale stima che la spesa dei musulmani per abbigliamento e calzature sia stata di 283 miliardi di dollari nel 2018, rispetto ai 260 miliardi di dollari dell’anno precedente.
È difficile valutare l’industria della moda modesta di per sé e tale spesa globale è un’indicazione della dimensione del mercato.
Nell’ultimo anno, si sono tenute, per la prima volta, diverse sfilate di “modest fashion”, in città di tutto il mondo, da Miami ad Accra, Mosca e Milano. A San Francisco, ad esempio, si è tenuta una mostra di moda musulmana contemporanea, che ha presentato 53 designer, brands e rivenditori.
Complessivamente, nel 2018 circa 21,3 miliardi di dollari di abbigliamento sono stati esportati nei 57 stati membri dell’Organizzazione per la cooperazione islamica (OIC).
Cina, India e Turchia sono i maggiori esportatori nei paesi OIC.
In Italia, il settore della Modest Fashion avanza, a fare da apripista e da pioniera è stata Fatima Shop, la prima Boutique islamica di alto livello, creata dall’imprenditrice Asmaa Mt Paciotti, che domina il mercato italiano puntando sulla competenza e qualità del prodotto.