‘Scollegati dalla realtà’: i palestinesi rifiutano il piano economico degli Stati Uniti

Il seminario economico guidato dagli Stati Uniti in Bahrain si è concluso, mercoledì, tra derisione e rifiuto da parte di funzionari palestinesi,i quali hanno affermato che il quadro per uno slancio commerciale e di investimenti ha ignorato le loro aspirazioni politiche per lo Stato.

Il seminario di due giorni, guidato dal Senior Advisor della Casa Bianca Jared Kushner, è iniziato martedì nella capitale, Manama, e ha illustrato la parte economica del tanto atteso piano di pace in Medio Oriente dell’amministrazione Trump.

Kushner, che è anche il genero del presidente Donald Trump, ha esortato i leader palestinesi a boicottare l’evento per pensare al di fuori della/del “scatola/contenitore tradizionale” e considerare il piano da 50 miliardi di dollari per dare impulso all’economia palestinese e dei paesi limitrofi, che gli Stati Uniti sperano venga finanziato dai ricchi Paesi del Golfo.

Ma il seminario è stato criticato da palestinesi e altri per non aver affrontato il nucleo politico del conflitto israelo-palestinese.

“L’elefante nella stanza di Manama è ovviamente l’occupazione israeliana stessa”, ha detto ai giornalisti nella città occupata di Ramallah, l’anziano funzionario dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP), Hanan Ashrawi, aggiungendo che il workshop è “totalmente scollegato dalla realtà”.

Kushner ha comunicato ai giornalisti che la sua squadra avrebbe svelato i dettagli politici del piano, che rimangono segreti, solo quando la stessa fosse stata pronta.

Ha detto che un accordo di pace sarebbe avvenuto solo nel momento in cui entrambe le parti fossero state pronte a dire “sì”. Ha, comunque, riconosciuto che i due Paesi potrebbero non arrivare mai a tale punto.

Né il governo israeliano, né quello palestinese hanno partecipato alla riunione, che si è svolta in un periodo di stallo di anni in altri sforzi internazionali per risolvere un conflitto, che dura da più di settant’anni.

Il seminario “Peace to Prosperity” ha fissato un ambizioso obiettivo di creare un milione di nuovi posti di lavoro palestinesi, attraverso 50 miliardi di dollari di investimenti in infrastrutture, turismo e istruzione nel territorio e nei vicini paesi arabi.

Propone inoltre un corridoio di trasporto da 5 miliardi di dollari, per collegare i territori palestinesi della Cisgiordania e della Striscia di Gaza. Ma i palestinesi sono stati irremovibili nell’affermare che “qualsiasi soluzione economica dovrebbe accadere in parallelo con un processo politico”.

L’OLP ha ribadito il suo rifiuto al piano economico statunitense, affermando che la mancanza di visione politica della proposta garantisce il suo fallimento. In una dichiarazione, il Comitato esecutivo dell’OLP ha accusato la Casa Bianca “..di usare il seminario come copertura per gli sforzi di Israele per raggiungere normali relazioni con gli stati arabi e far crescere i suoi insediamenti in Cisgiordania, aggiungendo che la pace non potrebbe essere raggiunta senza porre fine all’occupazione israeliana ed al suo dominio economico “.

Gli analisti hanno anche messo in dubbio l’aspetto logistico di investire una grande quantità di denaro in territori palestinesi sotto occupazione militare.

Kushner ha concluso il suo intervento dichiarando che la porta rimane aperta ai palestinesi, affinché si impegnino in un piano di pace, avendo la leadership del Paese deluso, sinora, la sua gente.

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