Roma promosso dalla campagna “Ero straniero”. Perché ci conviene promuovere il lavoro e l’inclusione degli stranieri

Perché ci conviene

Giovedì 11 luglio, ore 10.00 – 13.00, presso la Sala dei Gruppi della Camera dei deputati (Via di Campo Marzio, 78) a Roma, si terrà l’iniziativa “Perché ci conviene: nuovi strumenti per la promozione del lavoro e dell’inclusione della popolazione straniera in Italia”. Un confronto a margine dell’esame della pdl d’iniziativa popolare “Ero straniero” tra parlamentari e rappresentanti di Banca d’Italia, Confindustria, Confcommercio, Cia-Agricoltori italiani, Istat e fondazione Leone Moressa. L’evento è organizzato dalla campagna “Ero straniero”.

Sono due gli aspetti centrali della proposta legislativa su cui si concentreranno i partecipanti al convegno:l’introduzione di canali di ingresso per lavoro che facilitino l’incontro dei datori di lavoro italiani con i lavoratori dei Paesi terzi, questi ultimi da selezionare anche attraverso intermediari sulla base delle richieste di figure professionali dall’Italia; la possibilità di regolarizzare gli stranieri radicati nel territorio che si trovino in situazione di soggiorno irregolare a fronte della disponibilità di un lavoro o di legami familiari, sul modello di Spagna e Germania.

Nella prima sessione, alle 10.00, interverranno Luigi Cannari, Banca d’Italia, Vice Capo Dipartimento Economia e statistica; Claudio Ceccarelli, Istat, Direttore Sistema integrato lavoro, istruzione e formazione; Massimo Marchetti, Confindustria, Area lavoro, welfare e capitale umano; Chiara Tronchin, Ricercatrice della Fondazione Leone Moressa;Cinzia Pagni, CIA – Agricoltori italiani, responsabile cooperazione internazionale e agricoltura sociale, Filippo Pagano, Inps, Direzione coordinamento metropolitano di Milano. Modera Annalisa Camilli (Internazionale).

A seguire, alle 11.30, si terrà una tavola rotonda con i deputati dei diversi gruppi parlamentari coinvolti nell’esame della proposta popolare in prima Commissione alla Camera. Modera Francesca Schianchi (La Stampa)

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