La Malesia riapre l’indagine sul rapimento dell’ attivista sciita

Il governo della Malesia ha istituito una task force speciale per investigare nuovamente sui sequestri di due attivisti – Amri Che Mat e Raymond Koh – dopo che la commissione per i diritti umani del paese ha accusato il ramo dell’intelligence della polizia per i rapimenti.

Il ministro degli affari interni Muhyiddin Yassin ha detto ai giornalisti che il governo ha istituito la task force a causa della gravità delle accuse sollevate dalla commissione, nota come Suhakam.

“Con questa task force speciale, si spera che la giustizia possa essere fornita a tutte le parti interessate”, ha dichiarato il Ministro dell’Interno.

Koh, un pastore e attivista cristiano, è stato rapito da uomini mascherati mentre guidava lungo una strada suburbana di Kuala Lumpur la mattina del 13 febbraio 2017.

Il rapimento del 62enne, ripreso da telecamere a circuito chiuso, ha scioccato il paese. Il clamore ha portato l’attenzione sulla scomparsa di Amri Che Mat, uno sciita musulmano, che è stato rapito nello stato settentrionale di Perlis nel novembre 2016.

Mat, così come Koh, ha lavorato con i poveri ed i diseredati.

Dopo un’inchiesta pubblica durata più di un anno, la Commissione, lo scorso mese di aprile, aveva dichiarato che i due uomini erano stati “rapiti da agenti di stato, ovvero dalla sezione speciale”.

Entrambi erano stati prelevati dalle loro auto da un gruppo di persone su diversi veicoli ed erano stati presi di mira dalle autorità religiose e dalla polizia per le accuse di proselitismo, prima delle loro sparizioni.

L’Islam è la religione ufficiale della Malesia e, mentre altre fedi possono essere praticate in “pace e armonia”, tentare di convertire qualcuno dall’Islam è un reato. Il governo riconosce solo l’Islam sunnita, con le autorità religiose che etichettano gli insegnamenti sciiti come “devianti”.

La polizia ha negato il coinvolgimento nei rapimenti di Koh e Amri, ma Suhakam ha dichiarato che i due uomini sono stati vittime di sparizioni forzate e hanno chiesto a una task force speciale di condurre nuove indagini su questi casi.

La Commissione ha richiesto che tale task force sia composta da investigatori indipendenti e che venga escluso chiunque sia collegato alla Divisione E2 della sezione speciale della polizia, nonché le autorità religiose o chiunque abbia partecipato all’indagine iniziale.

Il gruppo investigativo sarà guidato dall’ex giudice dell’Alta corte Abdul Rahim Uda e comprenderà anche Mokhtar Mohd Noor, ex direttore del dipartimento legale della polizia, e Zamri Yahya, il direttore del dipartimento per l’integrità e la conformità agli standard della polizia e dovrà riferire, nel termine di 6 mesi, al Ministro degli Interni, sugli esiti delle indagini condotte.

Tuttavia, le famiglie di Koh e Amri hanno espresso preoccupazione per la composizione del gruppo, osservando che Mokhtar aveva presentato gli argomenti finali a nome della polizia durante l’inchiesta di Suhakam. Norhayati Mohd Ariffin, la moglie di Amri, che mentre lei e le sue figlie erano contente che il governo stesse ora “prendendo provvedimenti”, rimanevano comunque preoccupate sul fatto che la composizione del gruppo avrebbe influito “sull’indipendenza e l’imparzialità necessarie per un indagine credibile “.

Susanna Liew, la moglie di Koh e i suoi tre figli, hanno anche sottolineato la mancanza di donne, minoranze etniche e membri della società civile all’interno della task force, nonostante le raccomandazioni di Suhakam, ovvero che il gruppo rifletta la società multietnica della Malesia.

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