Corte Costituzionale, Decreto Sicurezza: inammissibili i ricorsi presentati dalle regioni sugli stranieri

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La Corte Costituzionale si è pronunciata sui ricorsi contro il Decreto Sicurezza che erano stati nei mesi scorsi presentati dalle regioni Calabria, Emilia Romagna, Marche, Toscana e Umbria lamentando la violazione diretta o indiretta delle loro competenze. La Consulta ha dichiarato inammissibili i ricorsi.

La Corte ha ritenuto – si legge nel comunicato diffuso in attesa del deposito della sentenza –  che le nuove regole su permessi di soggiorno, iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo e SPRAR sono state adottate nell’ambito delle competenze riservate in via esclusiva allo Stato in materia di asilo, immigrazione, condizione giuridica dello straniero e anagrafi (articolo 117, secondo comma, lettere a, b, i, della Costituzione), senza che vi sia stata incidenza diretta o indiretta sulle competenze regionali. Di conseguenza, la Corte ha giudicato inammissibili i ricorsi promossi dalle Regioni.

La Consulta ha precisato che resta impregiudicata ogni valutazione sulla legittimità costituzionale dei contenuti delle norme impugnate.

La Corte ha anche esaminato alcune disposizioni del Titolo II del “Decreto sicurezza” e ha ritenuto, in particolare, che sia stata violata l’autonomia costituzionalmente garantita a comuni e province. Pertanto, ha accolto le censure sull’articolo 28 che prevede un potere sostitutivo del prefetto nell’attività di tali enti.

I ricorsi presentati dalle Regioni sono consultabili al seguente link
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