Istat: gli stranieri non comunitari residenti in Italia sono meno di 4 milioni

Secondo “Noi Italia – 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo” è un prodotto multimediale attraverso cui l’Istat dal 2008 offre ogni anno una selezione di oltre 100 indicatori statistici dell’Italia, delle differenze regionali che lo caratterizzano e della sua collocazione nel contesto europeo. L’11 aprile scorso sono stati presentati i nuovi dati aggiornati al 1° gennaio 2018. Gli indicatori, articolati in sei aree e 19 settori, offrono una lettura dei fenomeni analizzati nel tempo e nello spazio. Corredati di sintetici commenti, si possono consultare in modo interattivo grazie a semplici strumenti di visualizzazione grafica.

Disponibile anche una rappresentazione grafica interattiva che permette il confronto tra l’Italia e gli altri Paesi europei. In particolare, per una selezione di indicatori è possibile visualizzare sia la graduatoria del 2010 sia quella relativa all’anno disponibile più recente, ottenendo una lettura immediata del posizionamento dell’Italia nella classifica europea.

Stranieri- Uno dei 19 settori presi in esame è quello relativo agli stranieri: all’inizio del 2018 risultano residenti in Italia oltre 5 milioni di cittadini stranieri (97 mila in più rispetto al 2017), pari all’8,5% del totale dei residenti. Di questi, gli stranieri non comunitari regolarmente presenti sono poco meno di 4 milioni, valore sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente.

Nel corso del 2017 i nuovi permessi rilasciati sono stati circa il 16% in più rispetto all’anno precedente (262.770 a fronte di 226.934 nel 2016). L’aumento dei nuovi ingressi ha riguardato soprattutto il Nord-ovest e il Mezzogiorno. Il fenomeno è in parte dovuto agli sbarchi (pur diminuiti nel corso dell’anno), come confermato da quote più elevate di cittadini stranieri residenti in convivenza sul totale nelle regioni del Sud (4,5%) e delle Isole (5,8%), rispetto alle regioni del Nord (1,9%).

Nel corso del  2017, 147mila cittadini stranieri hanno acquisito la cittadinanza italiana (-37,5% rispetto al 2016). In calo, invece, nello stesso periodo le nascite di bimbi stranieri (68mila).

Il livello di istruzione degli stranieri risulta essere ancora inferiore rispetto a quello degli italiani: tra gli stranieri di 15-64 anni, oltre la metà ha conseguito al massimo la licenza media (circa 4 su 10 gli italiani), il 34,7% ha un diploma di scuola superiore e l’11,0% una laurea (mentre sono laureati il 17,8% degli italiani di 15-64 anni).

Nel mercato del lavoro permangono i divari tra italiani e stranieri: nel 2018 il tasso di occupazione (20-64 anni) degli stranieri è il 64,4% contro il 62,8% degli italiani. Il tasso di disoccupazione diminuisce in maniera meno intensa tra gli stranieri, che continuano a presentare una disoccupazione più elevata; il tasso di inattività è invece più basso per gli stranieri (28,8%) rispetto agli italiani (35,0%), con differenze più forti nel Mezzogiorno.

Rispetto al contesto europeo l’Italia è al quarto posto per presenza di cittadini stranieri, dopo la Germania, la Spagna e il Regno Unito, ma prima della Francia, dove però la storia dell’immigrazione ha radici più antiche e una quota più rilevante di residenti originariamente cittadini stranieri può aver acquisito la cittadinanza.

Fonte: Istat – Noi Italia – 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo

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