Appello Amsi e Co-mai: “Salviamo la Libia”

L’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) e le Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai) continuano a seguire e aggiornare la situazione tragica a Tripoli in Libia e comunicare il bilancio tramite il Fondatore Amsi e Co-mai e Consigliere OMCEO di Roma Foad Aodi che é in contatto con i medici libici sia negli ospedali che nelle periferie.

Tripoli sta vivendo giornate molto calde di scontri nelle strade e nelle case del quartiere Ain Zara e le sue 4 strade distanti 15 chilometri dal centro della capitale e ci sono scontri nel quartiere Siwani e Salah al Din. I medici libici ci raccontano della morte di 2 bambini, di altri 2  bambini feriti gravi e sono morti altri già feriti gravi a domicilio – dichiara Aodi, che comunica il bilancio totale dal 4 aprile ad oggi di oltre 250 morti, fra cui 77 bambini, 1500 feriti e più di 28mila sfollati.
Ci preoccupa molto la presenza di combattenti europei in Libia e il coinvolgimento di più di 1500 minorenni dall’inizio del conflitto, compreso il mercato dei migranti e nessuna azione diplomatica concreta a favore del cessate il fuoco e della popolazione” raccontano ad Aodi i medici libici.
“Ormai la Libia sta diventando un secondo Yemen schiacciato da conflitti di leadership più grandi di lei” continua Aodi che rilancia il suo appello al Governo italiano affinché possa sollecitare e promuovere un corridoio umanitario e sanitario urgente in Libia e invita le forze politiche italiane a non mischiare la campagna elettorale con la faccenda tragica libica.
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