Caso Moschea a Pisa, la Comunità islamica ricorre al Tar

L’Associazione Culturale Islamica di Pisa ha annunciato in una conferenza stampa la decisione di presentare ricorso al Tar contro la decisione dell’amministrazione comunale di espropriare i terreni destinati alla costruzione della Moschea. Nello specifico, sono state impugnate davanti al Tribunale Amministrativo Regonale della Toscana le delibere di indirizzo della Giunta e il relativo atto di avvio del procedimento finalizzati a modificare il regolamento urbanistico, nella parte in cui prevede la possibilità di realizzare un edificio di culto nell’area di proprietà della stessa Associazione nella zona di Porta a Lucca.

A detta dei rappresentanti del Centro culturale del capoluogo toscano, la variante che la giunta intende adottare avrebbe il chiaro scopo di impedire la realizzazione della Moschea, quando la Comunità Islamica ha da tempo acquistato quel terreno e presentato l’istanza per il rilascio del permesso di costruire per realizzare l’edificio di culto destinato alla locale comunità musulmana.

Non vi sarebbero esigenze di carattere urbanistico per adottare la variante né, tantomeno, può essere giustificata da quanto riportato dal Comune negli atti impugnati. Come si sottolinea da parte dello stesso Centro Culturale Islamico pisano, la Giunta comunale riferisce che nell’area dove è prevista la Moschea è necessario realizzare spazi verdi e aree di sosta, quando nel terreno di fronte, ossia quello posto dall’altra parte di Via del Brennero a nord del parcheggio di Via Paparelli, il regolamento urbanistico già prevede più di 9.000 mq di verde pubblico e 22.000 mq utilizzabili per realizzare nuovi parcheggi.

Tra l’altro, la variante che si intenderebbe adottare non riguarda la zona di Porta a Lucca, ma esclusivamente il minuscolo comparto di proprietà dell’Associazione Culturale Islamica, che sarebbe assoggettato a esproprio qualora la variante venisse definitivamente approvata.

Nel frattempo, la pratica per il rilascio del permesso a costruire la Moschea deve essere ancora istruita dai competenti uffici tecnici, tuttavia, se la variante venisse adottata prima del rilascio del permesso la pratica edilizia verrebbe sospesa per legge e, se il regolamento venisse definitivamente modificato, la Moschea non sarebbe più realizzabile.

È quindi chiaro che da parte dell’Associazione Culturale Islamica si procederà per tutelare il proprio diritto a edificare la Moschea in ogni sede giudiziaria, nell’interesse religioso, culturale ed economico dei suoi associati, contro ogni atto che sembra ispirato dal solo desiderio di contrastare libertà fondamentali riconosciute dalla Costituzione della Repubblica Italiana.

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